raffaele solaini
raffaele solaini foto
Torna all'elenco

Per fortuna, le fiabe esistono ancora a questo mondo. Trasformazioni repentine e radicali, riscatti personali, rivincite sul destino cinico e baro non accadono solo negli studi televisivi di qualche gioco a premi o sul set di film edificanti. Alle volte, fanno capolino anche nelle pagine di cronaca. È il caso di Daniela Cott, argentina residente nelle bidonville di Buenos Aires insieme a otto fratelli, lavorava fra i rifiuti alla ricerca di oggetti riciclabili da rivendere, quando venne notata da una talent scout di un’agenzia di modelle. Oggi è una top model.

Non è un caso che le protagoniste di questi racconti edificanti, da Cenerentola fino a Vivian in Pretty Woman, siano sempre clamorosamente belle. Inarrivabili. In fondo, la cosa è rassicurante, perché lascia intuire che la vicenda non ci riguarda. Non sprona a meritare e conquistare una vita migliore, perché non c’è nulla di più immeritato, causale e gratuito di una bellezza spudorata. Si può solo osservare da lontano la fiaba, dal copione tanto inevitabile quanto irrealistico, di chi è stato baciato dalla fortuna. Ma la storia di Daniela è diversa. È suo merito essere stata capace di mantenere la propria bellezza, nonostante un’esistenza abbruttita dagli stenti. Di proteggere la propria luce ed eleganza, in mezzo al buio di una vita condotta sul filo della sopravvivenza. È, questa, una sfida che ci coinvolge.

Ora, abbagliata dai riflettori, si spera che quella stessa luce non si affievolisca. Raccontano le cronache che le mani di Daniela portano ancora tracce vistose della sua precedente vita. Di una vicenda che le pagine patinate vorrebbero rimuovere, nascondendo sotto i guanti le cicatrici guadagnate rovistando fra i rifiuti. La fiaba e la realtà, ancora una volta, non possono e non devono andare d’accordo. Abitano mondi separati.

A me, invece, piacerebbe che fossero ben visibili sulle passerelle le mani ferite di Daniela, segno tangibile di una bellezza meritata e profonda, quanto l’abisso da cui si è sollevata. Radicata in una sofferenza che non può essere dimenticata, perché cancellarla equivarrebbe a deturparla del suo splendore, così unico e particolare, banalizzando la sua storia. Lei non è una nuova interprete della fiaba di Julia Roberts, che dopo un trascurabile intermezzo sui marciapiedi del Sunset Boulevard, torna ad essere quello che è sempre stata. Daniela Cott è davvero riuscita a trasformare la propria esistenza. Per questo, mi piacerebbe dedicarle i versi di Rudyard Kipling: “se puoi toccare il fango senza sporcarti e dare la mano ai re senza esaltarti, allora sarai un uomo”.

UNA FIABA VERA
ITALIANO
ENGLISH
BIOGRAFIA
CORSI
SCRITTI
METODO
CONTATTI
barre
barra
(Affaritaliani.it, 16-06-2008)